L’assistenza domiciliare per gli anziani durante l’estate rappresenta sempre una grande preoccupazione, soprattutto nella fase organizzativa. In questa stagione infatti cominciano tante riflessioni e incertezze per la gestione dei propri cari.
Assistenza domiciliare anziani estiva: come organizzarsi
Come si organizza? Quando una famiglia con un anziano da accudire desidera andare in vacanza si trova a fare i conti con numerosi problemi organizzativi e tante preoccupazioni. In realtà ci si può andare in vacanza senza troppi patemi d’animo, basta solo sapersi organizzare!
Nel caso in cui i propri cari non se la sentono, possono rimanere in casa con estrema tranquillità perché sappiamo che sono ben assistiti. Rinunciare infatti alle vacanze non è sempre una buona idea in quanto il famigliare curante ha bisogno anche lui di “ricaricare le batterie”.
Rinunciare ad una badante per l’estate? Cosa dicono i dati
La vita delle badanti in estate si fa più complicata rispetto agli altri periodi dell’anno. Molte famiglie – e questo lo dicono i numeri – pensano che nemmeno in questo momento dell’anno ci si possa concedere un, pur breve, periodo di vacanza.
Quasi un italiano su due pensa che la soluzione migliore sia rivolgersi a un servizio di assistenza domiciliare con personale esperto mentre altri si affiderebbero a un altro parente in grado di sostituirlo. Infine, c’è una fetta di popolazione che pensa ad una struttura ad hoc.
Le difficoltà delle badanti
In generale, assistere con continuità un familiare in stato di bisogno può essere infatti un compito molto gravoso, che condiziona la vita del badante a livello personale e lavorativa. Per non parlare dei contraccolpi psicologici, che possono manifestarsi con stati di ansia, depressione o persino senso di colpa, le ricadute economiche per i costi legati all’assistenza e gli effetti sulla salute stessa di chi assiste.
Le difficoltà aumentano, poi, se il caregiver non dispone di risorse economiche sufficienti o deve far fronte ai compiti di cura da solo, senza una rete relazionale solida a cui affidarsi, magari abitando lontano dalla cerchia familiare. Dedicarsi anima e corpo a questa attività porta spesso a mettere in secondo piano le proprie esigenze, fino ad adottare comportamenti errati e pericolosi.
Secondo gli italiani, fra i principali rischi c’è quello di non chiedere aiuto e pensare di poter fare tutto da soli, addossandosi in toto i compiti di cura, ma anche quello di lasciarsi assorbire al punto da trascurare la propria salute , rimandando o addirittura non sottoponendosi a visite ed esami medici, o di annullare le relazioni sociali e persino i rapporti con gli altri membri della famiglia.
Assistere un anziano in estate senza una badante professionista? Un errore!
L’assistenza domiciliare ad un anziano, a maggior ragione in estate diventa di primaria importanza per tante famiglie italiane. Nel nostro Paese purtroppo dilaga il ‘fai da te’ domiciliare ma resta un welfare isolato, solitario e molto fragile. La capacità ricettiva del sistema dei servizi domiciliari e residenziali non vede aumenti di rilievo e non sono soddisfacenti.
Il tutto ci porta a pensare che gli oneri ricadano, tanto per cambiare, sulle famiglie e che l’auto-risposta familiare sia in crescita: chi si può permettere un’assistenza a pagamento la trova, mentre chi non può permettersela è inevitabilmente costretto a cavarsela da solo, mettendo a rischio equilibri e bilanci familiari spesso già precari.
La crisi economica abbandona la ricerca di una badante
La classica soluzione della badante sta cedendo a un’assistenza sempre più a carico della famiglia in prima persona. La crisi, con la sua onda lunga, ha portato a una maggiore assunzione in proprio del compito di cura, ma d’altra parte i redditi si sono contratti e le strutture familiari sono sempre più “corte”, meno articolate. Una tendenza, questa, sempre meno sostenibile, vista la diminuzione sul medio periodo delle risorse di caregiving interna alle famiglie.
Sta cambiando anche la domanda di assistenza domiciliare per anziani. Aumentano infatti le richieste di chi ha un familiare con patologie cognitive e situazioni di demenza, per cui l’assistente familiare si rivela sempre più spesso una soluzione inadeguata.
Di pari passo cambia anche l’offerta: diminuiscono le assistenti familiari disposte alla co-residenza, perché più integrate nella società italiana e autonome dal punto di vista abitativo. Tuttavia la domanda di convivenza è ancora preponderante e questo fa ricadere sulle famiglie i carichi di cura più gravosi.